Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
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È solo di ieri la notizia della condanna, per omicidio doloso e condotta disumana, del datore di lavoro del povero bracciante indiano, Satnam Singh, di soli 31 anni, barbaramente ucciso dallo sfruttamento e dallo schiavismo imperante non solo a Latina ma in molte parti d’Italia, ed eccoci a fare i conti con un caso di caporalato proprio nel nostro “civilissimo” Trentino, salito agli onori della cronaca locale e nazionale per un situazione davvero incresciosa. La Guardia di Finanza ha infatti scoperto in un’azienda cartotecnica della Vallagarina la presenza di caporalato e sfruttamento di lavoratori pakistani costretti a lavorare 13 ore al giorno, con una paga oraria di 4/5 euro l’ora. Insomma niente da invidiare alla provincia di Latina! Un italiano e sette pakistani dirigevano questo ennesimo affronto alla dignità umana, ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, speculando sull’estremo bisogno, sulla scarsa conoscenza della lingua e delle leggi a loro tutela, sulla certezza di agire senza essere scoperti e sanzionati. Bene dunque il sequestro preventivo dei beni dell’azienda e delle disponibilità finanziarie ammontanti a ben 521 mila euro, ma certo non va tenuta in minor conto la condizione di questi lavoratori stranieri, assunti con contratti part -time, che accettavano queste palesi ingiustizie pur di sostenere a distanza le loro famiglie d’origine. Tutto ciò è incredibilmente doloroso e pure scandaloso: non ci troviamo infatti tra i raccoglitori di pomodori della Calabria, della Campania e della Sicilia, vittime designate di sfruttamento e caporalato, ma in una regione che tradizionalmente ha lottato per condizioni di lavoro e salari dignitosi, che mettessero al centro la persona e i suoi diritti. Come Alleanza Verdi e Sinistra ringraziamo la Guardia di Finanza e auspichiamo un monitoraggio capillare e attento, affinché non abbiano a ripetersi situazioni che sconvolgono e lasciano attoniti, soprattutto quando a farne le spese sono cittadini stranieri, persone fragili, a cui spesso vengono sottratti i documenti, ricattati insieme alle loro famiglie. Lavoratori che si adeguano, pur di poter avere un permesso di soggiorno e un reddito se pure insignificante, alla disumanità di una vita che non può essere considerata tale.
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LUCIA COPPOLA |
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